my tescoma 1/2023

a dorso di un elefante, passando fra gli incantatori di serpenti, si passeggia vicino alle mura e si sente solo il soffio del vento. E poi c’è lei, la cucina. Una delle più conosciute al mondo, quella che più ha viaggiato, attraverso le vie della seta, fermandosi in altre nazioni circostanti che ne hanno elaborato varianti tutte interessantissime. Gli indiani sono un popolo prevalentemente vegetariano, mettici poi che la religione induista venera la mucca e vieta di mangiarla, che una parte della popolazione è musulmana e quindi non mangia carne di maiale... otterrai che gli unici animali a finire in tavola sono il pollo e l’agnello, ma è incredibile in quante varianti vengano cucinati. Il menù indiano è forse uno dei più corposi che ho trovato nei miei viaggi. Non sai veramente cosa scegliere! I fritti sono tutti incredibilmente croccanti, sfiziosi e mai unti. I Samosa , street food per eccellenza, si trovano ovunque e sono dei triangoli o mezzelune di pasta a base farina e ripieni di carne o patate e formaggio. Il Chole bhature , un pane gigante che a contatto con l’o lio bollente si gonfia e viene poi accompagnato da salse a base di lenticchie oppure dal pollo in umido. La cottura nel Tandoor, il forno tipico indiano costruito in argilla, regala infinite varianti di pane: il Naan , il Chapati , il Paratha e molti altri. Non è finita qui, nel menu indiano si trova anche la carne marinata per diverse ore in spezie, yogurt o latte e poi portata in cottura fino addirittura a 480 °C come il Chicken Tandoori o il Seekh Kabab . Degli spiedini di carne macinata con erbe aromatiche, tanto peperoncino, pasta di zenzero e aglio accompagnati da Dal Maghni, ovvero delle lenticchie in salsa di pomodoro cremosa che ne attenuano il piccante. La gastronomia di questa regione dell’Asia, in effetti, ha conosciuto un passato sfarzoso e abbondante, di cui oggi porta le tracce ovviamente, anche se lontano dalle problematiche di malnutrizione della popolazione. Mi ha molto colpito come su questo tema ci sia un aiuto reciproco. Ho visto luoghi di distribuzione di cibo ai bisognosi ovunque, anche di fronte ai palazzi turistici e dentro ai templi; uno dei più importanti a Delhi, il Gurudwara Bangla Sahib, che fa capo alla comunità sikh, ha una mensa per i bisognosi con una cucina attrezzatissima che ogni giorno per ventiquattro ore, grazie a dei volontari, serve pasti caldi a miglia ia di fedeli di qualsiasi religione, senza distinzione alcuna. Basta entrare, togliersi le scarpe in segno di rispetto e sedersi per terra in mezzo agli altri.

IL MASALA CHAI LA BEVANDA AYURVEDICA SERVITA AD OGNI ANGOLO DI STRADA Nonostante questa bevanda sia ormai diffusissima anche in Occidente, non l’avevo mai assaggiata. E credo di aver fatto bene, perché vista la particolarità della prepara zione, l’originale non ha nulla a che vedere con certi beveroni che ho visto in alcune caffetterie nostre. Questo tè nero zucche rato e aromatizzato alle spezie (cardamomo, zenzero, cannel la, chiodi di garofano, pepe nero…) con aggiunta di latte e acqua, viene offerto e servito ovunque, in piccole tazzine, an che come gesto di benvenuto; non se ne trova mai uno simile all’altro, perché la proporzione e la scelta delle spezie che ne ca ratterizzano il sapore, non è mai la stessa. È ottimo per il risveglio, un toccasana per la digestione ed è un potente anti-nausea.

PERCORSI DI GUSTO

hawa mahal (Palazzo dei Venti)

bicchiere bibita linea Fame - art. 306052 dimensioni: capacità 400 ml Prezzo consigliato: set 6 pz. € 20,90 I bicchieri giusti per la tavola informale sono quelli più essen ziali, in vetro pesante di altissima qualità, con le forme classiche dei bicchieri “di una volta”.

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