my tescoma 1/2023

l'india E LA SUA CUCINA Ho un regola che mi sono imposta di applicare durante i miei viaggi ed in questo in particolare: provare ad osservare il Paese in cui sono, cercando il più possibile di sganciarmi dalla mia cultura immergendomi in quella in cui mi trovo, senza giudicare. Dell’India mi avevano raccontato di tutto: la amerai o la odierai, vedrai che shock, io non ci tornerei, è sporca. Ho visitato solo una piccola parte di questa sovrappopolata nazione, ma credo di aver visto uno spaccato che la rappresenti bene. Ho visto la povertà di gente che in periferia dorme ai bordi delle strade con l’immondizia attorno, (ma mi è capitato anche in tanti altri posti del mondo), il traffico e la follia delle macchine che guidano senza un senso per noi ma che loro gestiscono con tranquillità, le intoccabili mucche per strada, donne molto affascinanti vestite in abiti colorati e ingioiellate anche al mercato, palazzi di una bel lezza da togliere il fiato, elefanti dipinti con il gesso e fiori, fiori ovunque. E poi i riti induisti, le mani che si uniscono in segno di saluto mentre il capo si abbassa leggermente. “Namasté”, mi inchino a te, per me il saluto più bello del mondo. Il mio obiettivo era vedere il Taj Mahal, e solo quello vale il viaggio, ma poi ho avuto la fortuna di visitare una parte del Rajastan, la regione/stato più famosa dell’India, terra di ràjah e maharajah. Nelle sue re sidenze, fortezze, giardini e templi, ho trovato tanta bellezza, un’atmosfera principesca con decori, pietre preziose, lavorazioni artigianali che anco ra oggi vengono portate avanti dalle famiglie. Il mio viaggio è partito da Delhi, la capitale, nettamente divisa in due, la parte vecchia e la nuova: il primo contrasto di questa nazione. Da un lato la città vecchia, con quel suo fascino un po’ decadente e i resti dei monumenti del passato, un ambulante dietro l’altro, la povertà che si respira ad ogni passo, poi giri l’angolo e trovi la ricchezza, una città moderna, costruita dagli inglesi, pulita, con i centri commerciali, gli alberghi lussuosi e i colori che non sono più quelli tipici dell’India. Pare di essere in Europa. Dopo Delhi, la seconda tappa è Agra, nella regione del Pradesh, nei pressi del fiume Yamuna, fondata nel 1501, conosciuta come la città simbolo dell’amore eterno per il suo monumento più importante: il Taj Mahal, mausoleo fatto costruire dall’imperatore Shah in memoria della seconda moglie, morta dopo aver partorito il loro quattor

Un artigiano del rajastan

casseruola con coperchio linea Bordeaux - art. 780416 dimensioni: ø 16 cm - capacità 1,5 l Prezzo consigliato: € 59,90 Brava, bella e versatile. Si presta a tante cotture diverse, e nella versione ø 16 cm è ideale per preparare contorni e servir li direttamente in tavola, in pieno stile indiano! In alluminio pressofuso con rivestimento antiaderente, ha il fondo spesso e va sull'induzione e in forno.

dicesimo figlio: l’opera più grande al mondo mai dedicata ad una don na. Riprendo il viaggio e mi dirigo, dopo una sosta nella jungla, a Jaipur, la città rosa. Muoversi su strada in India è un’esperienza da provare. Ci si trova completamente immersi nel rumore dei clacson che i guidatori, tutti, suonano in continuazione, ma non per contestare o arrabbiarsi... per sopravvivenza! Per avvertire: “ti sto passando accanto”. Un indiano mi ha detto che servono tre cose essenziali per guidare in India: un buon clac son, degli ottimi freni e tanta fortuna. A mio avviso anche dei tappi per le orecchie sarebbero utili. È incredi bile come l'India possa essere tanto rumorosa, ma anche tanto silenzio sa. Dal caos totale al silenzio dei templi e dei forti, come quello di Amber, dove una volta saliti in cima

taj mahal

CURIOSITÀ La costruzione del mausoleo ini ziò nel 1632, ci vollero 22 anni per completarla. Vennero impie gati 1000 elefanti per trainare i carri che portarono il materiale e 22.000 persone. Furono convocati gli architetti più esperti dell’impero moghul e del mondo in generale, tra cui un italiano, Veroneo. Ci sono 28 tipi diversi di pietre preziose inca stonate nel marmo bianco. 40.000 persone è il tetto massimo giorna liero di visite consentite, non ci si può arrivare con mezzi a motore, ma solo a piedi, a mezzo risciò o con navette elettriche per evitare l’aggravarsi dell’inquinamento che rischia di ingrigire il marmo.

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