my tescoma 1/2023

mente, a Pasquetta si faceva una passeggiata con tanto di pic nic “sul monte” vicino casa (è una collina, non arriva a 500 metri di altitudine, ma tutti la chiamano “il monte”) ma, dato che era sempre incredibil mente affollato, spesso preferivamo spostarci nella bassa bresciana, dove la campagna è pianeggiante e solcata dalle risorgive. L’attività principale, oltre a camminare e godersi l’aria frizzante, era cercare i luertìs , ovvero le cime di luppolo: si tratta di un’erba spontanea diffusa nella nostra zona e che si trova nei cespugli, fra le siepi, lungo i fossi e nei terreni incolti. Li chiamano anche asparagi selvatici perché c’è una

FRA COLLINA E CAMPAGNA a spasso Dalla Franciacorta, scendendo verso la bassa bresciana, si può godere di una varietà di pae saggi: le colline dolci e i vigneti lascia no spazio, verso sud, ad una campa gna pianeggiante, in apparenza poco interessante, ma ricca di sentieri silen ziosi in cui passeggiare indisturbati per chilometri, con solo i suoni degli uccelli e dell’acqua nei fossi in sottofondo. Da noi è tradizione, a Pasquetta, fare una passeggiata sul Monte Orfano che de limita a sud la Franciacorta: salendo, le strade acciottolate lasciano il posto ai sentieri e ai boschi, ma offrono anche scorci suggestivi punteggiati di chie sette, monumenti e croci di vetta...

vaga somiglianza (qualcuno li conoscerà con il no me di bruscandoli). Dal sapore un po’ amarognolo, sono più gustosi quanto più sono grossi. Il lunedì

di Pasquetta era la giornata ideale per raccoglierli, se ne faceva un bel bottino (un tempo non c’erano re

Un mazzetto di luertìs

strizioni alla raccolta di erbe spontanee) e si rientrava a casa prima che, immancabilmente, iniziasse a piovere: ormai il tempo fa le bizze, ma una volta si poteva sapere con precisione quasi scientifica come sarebbe stato il clima. I detti popolari raramente sbagliano e ce n’è uno che dice “a Pàsquå ‘l piöf sö l’ulìå o sö l’öf” (a Pasqua piove sull’ulivo o sull’uovo: secondo la tradizione, se non piove la domenica delle Palme, pioverà sicuramente la domenica o il lunedì di Pasqua). La giornata quindi si con cludeva mondando i luertìs e preparando le due ricette tradizionali che li vedono protagonisti: il risotto e la frittata. Una bella scorpacciata seguita da tante partite a carte e poi tutti a letto. Ecco com’era la mia Pasqua da

bambina: prima che le stagioni impazzissero, prima che i viaggi prendessero il posto del

le scampagnate, prima del “Pasqua con chi vuoi”, pri ma che cambiassero colore, le mie giornate di festa erano così,

all’insegna della semplicità, della

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pigrizia, del verde, rosa e azzurro-grigio del cielo incerto di primavera.

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