my tescoma 1/2023

(nella mia famiglia lo è ancora) mangiare le uova del Venerdì Santo: le uova deposte quel giorno venivano infatti tenute da parte e fatte bollire ed erano il primo cibo che si mangiava la domenica mattina, prima della colazione. Osservare questo rito avrebbe preservato per tutto l’anno da malanni e malattie.

Pasqua era ricca: venivano la nonna Tina e il nonno Como nella loro Simca verde, e anche gli zii, ed erano sempre molto generosi. Che bei tempi quel li delle mance della domenica che, se era festa, lievitavano: racimolavo dei bei gruzzoletti. Il pranzo era ospitato dalle zie (le tre prozie di cui ho già raccontato in passato) che fin dai giorni precedenti erano indaffarate a fare la spesa e a prepa rare un ricco antipasto – chi se li scorda quei canapé molto anni ‘80, fatti con il pan carré tagliato a trian goli, spalmati di maionese e guarniti con olive, ac ciughe, uova sode a fettine, insalata russa... io avrei pranzato solo con quelli – ravioli rigorosamente fatti in casa, lesso e capretto arrosto. Si tagliava il salame, pure quello fatto in casa durante l’inverno e conservato in cantina, e si assaggiava la prima insalatina

RACCONTI IN CUCINA

L’auto del nonno... che nostalgia!

novella che la zia Lini coltivava nella sua serra rudimentale. Noi bambini ricevevamo un uovo di cioccolato ciascuno ed eravamo impazienti di scoprire la sorpresa. Si trascorreva parecchio tempo a tavola, ma poi, tolta la vestina e indos sata la tuta, era bello uscire e godersi il primo sole tiepido e gli alberi da frutta che in quella stagione erano tutti in fiore,

e giocare ai giochi che si fanno in campagna. C’erano anche mo menti pigri in cui gironzolavo per il portico e mi lasciavo incuriosire dagli oggetti più strani, di solito arrugginiti, appesi ai pilastri come cimeli o custoditi in qualche stanza abbandonata. “Papà, cosa sono?” “Sono le catene di un paiolo che stava in qualche camino, adesso sono tutte sporche e arrugginite, ma quand’ero bambino, oggi, sareb bero state belle lustre.” “Perché?” “Perché si usava così, sa sgüràå le cadéne (si pulivano le catene): una volta il fuoco si usava anche per riscaldare e cucinare, non solo per l’atmosfera, e nei mesi invernali si accumulava tanta fuliggine che poteva finire nella polenta. Allora il Venerdì Santo i bambini di casa attaccavano le catene alle biciclette e le trascinavano in giro per le strade. Era divertente, facevano un bel rumore e venivano pulitissime.” “Perché si faceva proprio il Venerdì Santo?” “Era tradizione, un po’ perché la casa doveva brillare per Pasqua, e un po’ perché si diceva che il loro rumore ricordasse le catene con cui venne arrestato Gesù.” “E lo facevi anche tu?” “Cer to, quando venivamo qui, io e lo zio Sergio le attaccavamo alla bicicletta, lo zio Alberto che era piccolo le trascinava correndo.” Così pigramente si arrivava a sera, una cena leggera e un film – da che ho memoria, il palinsesto di quel periodo prevedeva Marcellino pane e vino o Ben Hur . Il bello sarebbe arrivato il giorno dopo: tradizional

Per le uova del Venerdì Santo e per quelle di tutti gli altri giorni: il cuociuova elettrico ti aiu ta a cuocerne fino a 6 senza sporcare padel le, usando poca acqua e ottenendo il grado di cottura che preferisci, alla coque, barzotte, sode, senza sbagliare!

cuociuova elettrico linea President - art. 909100 Prezzo consigliato: € 49,90

torta pasqualina

ingredienti per 8 porzioni LA RICETTA • 500 g di spinaci • 200 g di ricotta • 40 g di Parmigiano grattugiato • 40 g di pe corino grattugiato • 6 uova • 2 confezioni di pasta sfoglia tonda • sale e pepe q.b. Lavare e sbollentare gli spinaci in acqua bollente salata, in una pentola con il coperchio per 10 minuti. Scolarli, lasciarli intiepidire e strizzarli bene. Unire la ricotta con un uovo, il Parmigiano e il pecorino, sale e pepe e amalgamare bene, poi aggiungere gli spinaci, lasciando le foglie intere o tritandole al col tello. Foderare una pirofila tonda da 22-24 cm di diametro e stendervi il primo disco di pasta sfoglia. Riempire con il composto di ricotta e spinaci, creare 4 piccoli incavi nel ripieno e sgusciare e inserire un uovo in ciascun incavo: le uova rassoderanno durante la cottura. Appoggiare il secondo disco di sfoglia e sigillare la torta ripiegando i bordi dei due dischi. Spennellare la superficie della torta con l’ultimo uovo leggermente sbattuto e cuocere in forno preri scaldato a 180 °C per circa un’ora, controllando che non si scurisca troppo. 47

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