myTescoma-4-2016

Bridget chi? Più che ricevere ospiti insomma, mi è sempre piaciuto godermi la mia casa tutta per me, ritagliarmi quegli spazi tanto preziosi che aiutano a rige- nerarsi. Ecco, da un po’ di tem- po tutto questo non è che un lontano ricordo. Sono sem- pre in giro, sempre di corsa e, complice anche l’estate che porta a trascorrere mol- to più tempo fuori, mi sono ri- trovata a chiedermi quando sia stata l’ultima volta che ho passato una serata a casa, consumando un pasto vero e cucinato da me, non una triste scatoletta di tonno e verdure e non l’en- nesima pizza che, mangiata tre o quat- tro volte a settimana, oramai fa di me l’emblema dello stereotipo italiano. Se poi per caso volessi farlo - cucinarmi un vero pasto - trovandomi per caso una sera senza impegni, non potrei nem- meno, perché il mio frigorifero ormai mi fa venire in mente una sola parola: desolazione. Bene, in questo panorama da “giovane adulta non più tanto gio- vane ma che conduce una vita da ado- lescente”, mi sono involontariamente trovata - mangiando fuori sempre più spesso - ad avventurarmi in un tour ga- stronomico fra i vari bar, bistrot, risto- ranti e locali del circondario, scoprendo che i tempi del Mc Donald’s sono lonta- ni anni luce e che l’hamburger è diven- tato una questione seria. Proprio qual- che sera fa mi trovavo in un bellissimo locale appena scoperto, con quel mood shabby chic che va tanto di moda, e os- servavo unmio amico quasi commosso mentre azzannava l’hamburger della casa, indeciso se gustarselo lentamente o farlo fuori in venti secondi netti (alla fine ha optato per la seconda) e ogni volta che il cameriere passava davanti al nostro tavolo gli diceva “fantastico, il più buono che abbia mai mangiato!”. Ecco che ho iniziato a riflettere su quel- lo che è diventato un vero e proprio fenomeno di costume. Quello che un tempo era un semplice disco di carne macinata e pressata, un pasto veloce e leggero, come si è evoluto fino ad arrivare al piatto più diffuso al mon- do, in versioni dalla più economica e trash a quella gourmet, pagata cifre da ristorante stellato? Il fenomeno- hamburger è iniziato intorno agli anni 70, quando il mito americano è riuscito a rendere affascinante perfino quell’a-

nonimo disco di carne e formaggio infilati fra due fette di pane. Dopo qualche tempo arrivarono però i dubbi: il cibo da fast food non dev’essere poi così sano, basti dare un’occhiata agli abitanti della sua patria, sempre più in sovrappeso. Seguì quindi una fase di boicottaggio dell’hamburger che iniziò ad esse- re evitato ed etichettato come “il male”. Qualcuno però ebbe un’idea geniale: e se l’hamburger, che in fondo piace a tutti, fosse preparato con ingredienti a km zero, con le carni migliori e il pane appena sfor- nato, presentato in modo da farlo sembrare un capolavoro di ge- nuinità? Ed ecco fatta la magia che, diciamocelo, altro non è che una buona idea di marketing per riportare l’hamburger sulla cresta del- l’onda e venderlo non più a prezzi abbordabili, da paghetta della dome- nica, ma a cifre che si potrebbero definire da pretenziose a esorbitanti. Però che dire, sarà per l’allure di questi locali che ti servono il burger con accan-

Dal Big Mac al gourmet-burger,

il classico panino con carne e formaggio ne ha fatta di strada ed ora è diventato una vera e propria burger-mania!

to le patatine fritte contenute ad arte in un pentolino di stagno, su graziosi tavolini fatti di piastrelle cementine ricoperti da tovagliette di carta da gior- nale rétro, sarà che va di moda, sarà che è semplicemente più buono... insomma il fascino del gourmet-burger l’ho subi- to anch’io.

PROCEDIMENTO Mescolare gli ingredienti e lavorarli fino ad ottenere un impasto soffice e liscio; metterlo in una ciotola legger- mente oliata, coprire con un canovac- cio e lasciar lievitare fino al raddoppio del volume. Sgonfiare l’impasto, suddividerlo in 8 pezzi e 180 ml d’acqua calda 30 g di burro morbido 1 uovo 450 g di farina 50 g di zucchero 1 cucchiaino di sale 1 bustina di lievito di birra per la copertura 1 uovo 1 cucchiaino d’acqua semi di sesamo e zucca q.b. DIFFICOLTÀ: facile COSTO: basso TEMPO: preparazione 10 minuti lievitazione almeno 2 ore cottura 15 minuti Burger buns Ricetta e disporvi i panini, coprirli e lasciarli lievitare ancora per un’ora. Sbattere un uovo con un cucchiaino d’acqua, spennellare i panini e cospargerli con i semi; cuo- cerli in forno preriscaldato a 190 °C fino a doratura, per circa 15 minuti. INGREDIENTI per 8 panini per l’impasto dare a ognuno la for- ma di un disco. Un- gere una teglia con olio

@incroissanterialab

Mi sono anche resa conto però che - forse perché preparare un hamburger sembra un’operazione tanto semplice - tutti si credono capaci di farlo e in- somma, le hamburgerie sono spuntate come i funghi. Il risultato? Tanti dopo- cena decisamente poco gourmand, a base di acqua tonica e Citrosodina per digerire dei “mattoni” fatti con pane gommoso e carne scongelata, rigorosa- mente di ottima Fassona o Chianina, a detta del menu.

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