myTescoma-2-2016
il mio stile di vita
Uno stile di vita più che una dieta, pur non comportando grandi rinunce, la dieta Zona richiede impegno e autodisciplina. Ma c’è chi garantisce risultati strabilianti! ZONA! Resto in
RITROVARE L’EQUILIBRIO In Italia la dieta Zona è arrivata dagli Stati Uniti proprio vent’anni fa, io invece l’ho scoperta circa un anno e mezzo fa quando, dopo un periodo in cui mi ero un po’ lasciata andare, mi decisi ad impegnarmi per perdere i chili di troppo che avevo accumulato senza quasi rendermene conto. Come tutte le diete aveva sostenitori e detrattori, ma io ne sentivo parlare con entusiasmo da alcuni amici sportivi e, visto che non sembrava comportare troppe rinunce - anzi, mi dicevano che avrei potuto mangia- re in abbondanza, solo avendo cura di bilanciare gli alimenti - mi sono detta, perché non provarla? Ecco allora che ho iniziato a documentarmi (so che sarebbe meglio rivolgersi ad un esperto, ma ho preferito provare con il fai-da-te), a valutare i pro e i contro e, con fatica devo ammettere, a capirne il funzionamen- to e come combinare i vari alimenti all’interno dei pasti nell’arco della giornata. Per dirla semplice, la Zona non è esattamente una dieta per di- magrire, ma per riequilibrare l’organismo, prevenendone gli stati infiamma- tori e riportandolo al peso forma, sia in caso di sovrappeso, sia di sottopeso. Come? Cambiando la ripartizione di carboidrati, grassi e proteine rispettando per ciascuno proporzioni precise e inducendo così una risposta ormonale che mantenga costanti i livelli di insulina nel corso della giornata. Il risultato do- vrebbe essere un complessivo miglioramento del benessere dell’organismo che, in questo modo, dovrebbe funzionare al meglio delle sue possibilità. Lamia esperienza è durata qualchemese ed è finita lentamente, prima chemi deci- dessi ad ammetterlo. All’inizio ero davvero esaltata, nelle prime settimane pesavo e misuravo tutto per bene e i risultati arrivavano in fretta, perdevo peso e centimetri e non sentivo la fame. Mi sentivo anche piena di energie, fondamentale per poter fare sport accelerando quindi la remise en forme . Dopo circa tre mesi però, tutto quell’entusiasmo era svanito, un po’ perché ero stufa di pesare tutto ed ero diven- tata più approssimativa misurando a occhio, un po’ perché anche la perdita di peso si era totalmente fermata. E poi quante rinunce quando uscivo con gli amici! Ecco che dopo qualche mese, complice anche il fatto di avere raggiunto i miei obiettivi, avevo smesso quasi del tutto di impegnarmi per combinare i blocchi, in più mi dimenticavo gli spuntini e insomma, senza che me ne accorgessi avevo iniziato a seguire la classica dieta mediterranea. Quello che posso concludere dal- la mia esperienza è che la Zona, più che una dieta, dovrebbe diventare uno stile di vita e alimentare: una volta che si impara a combinare gli alimenti e a mantenerli equilibrati fra loro, il gioco è fatto. Sembra facile ma questo richiede attenzione, autodisciplina e diciamocelo... poca vita sociale! Io posso dirmi soddisfatta dei risultati della dieta, ma devo ammettere che non avrei mai potuto continuarla a lungo, soprattutto perché mangiando spesso fuori, mi rendo conto di quanto sia difficile rispettare i blocchi giornalieri senza sgarrare. Certo, è vero che se sgarri ad un pasto, puoi rientrare in zona dal pasto successivo, ma già nell’arco di un weekend, fra l’aperitivo del venerdì, la pizza del sabato e il pranzo dai suoceri la domenica, diventa poco gestibile... e chi rinuncia a quelli???
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