my tescoma 3 / 2019

SENTIRE UN NUOVO BISOGNO...

E LIBERATI SUBITO DI... Semplifica...

... e scoprire che la soluzione aveva già un nome Non ho letto “Il segreto del riordino”, il libro di Marie Kondo che da qualche tempo spopola e che insegna come liberarsi degli oggetti inutili e riorganizzare gli ambienti. Non l’ho letto, ma a modo mio lo sto mettendo in pratica, e decisamente a sorpresa. Sì perché sono (o almeno ero) l’ultima persona al mondo a cui sarebbe venuto in men- te di mettere ordine e semplificare. Ma l’esigenza di fare spazio, di alleggerire tutta la mia vita, dal frigorifero alla scarpiera, dal sedile dell’auto all’agenda, dagli spazi fisici a quelli mentali, ha iniziato a farsi strada nella mia mente prima ancora di scoprire l’esistenza di un libro. Decluttering lo chiamano, l’atto di liberarsi del superfluo per vivere meglio: qualcuno gli aveva già dato un nome!

Fra gli oggetti che ingombrano la nostra casa, non tutti vanno but- tati indiscriminatamente. Se alcuni possono essere riciclati,

IL MIO STILE DI VITA

Cose da

regalati, altri invece vanno eliminati senza pensarci due volte. ____________________

buttare subito

• Ricevute e scon- trini fuori garanzia • Scatole di elettrodomestici fuori garanzia e manuali di elettrodo- mestici che non possiedi più • Penne che non funzionano • Biglietti di auguri e inviti • Calendari vecchi • Scarpe vecchie e rovinate • Cosmetici scaduti e smalti vecchi • Carta da pacco usata • CD di installazione di software obsoleti • Chiavi che aprono porte sconosciute • Vasi e cornici inutilizzati • T-shirt promozionali ______________________ • Libri che non leggerai o non ti sono piaciuti • DVD che non guardi più da anni • Abiti che non ti vanno più • Giocattoli quando i figli sono cresciuti • Grucce della tintoria • Regali che non ti piacciono • Utensili da cucina mai usati • Barattoli tenuti e mai riutilizzati • Candele decorative mai accese • Cavi USB di vecchi dispositivi Cose da regalare • Vecchie email • Regali degli ex

L’incapacità di lasciar andare Fin da piccola sono sempre stata restia a liberarmi del- le cose, che si trattasse di vestiti, vecchie cartoline o scontrini di acquisti fatti durante le vacanze. Ogni tanto mia madre faceva un raid nella mia stanza, met- teva in ordine, buttava... capitava di rado, ma per me era sempre un evento traumatico e mi lasciava addos- so un senso di smarrimento e di irrimediabilità. Perché era come se qualunque cosa avesse un’anima: “questo fo-

glietto puoi anche buttarlo” “ma è un ricordo!” era la mia risposta tipi- ca, quando non era addirittura “ma si offende!” Non potevo disfarme- ne, punto. Chissà cosa sarebbe successo se l’avessi fatto. Sono convin- ta che ci fosse una componente genetica (e una patologica!) in questa incapacità di buttare via, mia nonna era la regina del “può sempre ser- vire” e così, quando ci lasciò e dovemmo vuotare la casa, trovammo diverse centinaia di scatolette vuote di carne per gatti, pile di sacchetti del pane usati e di buste del supermercato, parecchi chili di miele fos- silizzato e potrei continuare all’infinito. Non è colpa mia quindi se uno scontrino illeggibile di 20 anni fa si trovava ancora in una tasca del mio portafogli, perché mi ricordava quel giorno in cui avevo preso il gelato con quella persona a cui ero tanto affezionata. E poi un bel giorno... Pensavo di poter vivere così per sempre, ma c’è stato un periodo l’an- no scorso in cui avevo continuato a comprare compulsivamente - più che altro vestiti, ma non solo. Fino a ritrovarmi sommersa, letteral- mente, al punto che la barra dell’armadio era crollata rovinosamente, lasciando sul fondo una montagna di abiti stazzonati. Eppure non ave- vo mai niente da mettermi! Vedendoli così ammucchiati però, mi ero sentita come in quella trasmissione, “Sepolti in casa”. E non era sol- tanto l’armadio il problema, un po’ ovunque in giro per casa c’era un senso di disordine che iniziava a disturbarmi parecchio. Mi mancava l’aria. C’era bisogno di fare qualcosa e l’armadio sembrava proprio il punto di partenza perfetto. Ci avevo già provato diverse volte in realtà, ma subito mi bloccavo: “questo è un regalo, in questo magari riuscirò a rientrare se perdo un paio di chili, questo mi ricorda quella bella se- rata...” un giorno però mi sono impegnata e sono riemersa con quattro sacchi giganti zeppi di cose da eliminare e sorpresa… l’armadio era ancora pieno quasi al limite! Ma la sorpresa più grande è stata il piace- re inaspettato che ho provato nel liberarmi di tutte quelle cose. Finito con l’armadio è stata la volta dei cassetti, degli armadietti del bagno, della dispensa e delle librerie piene di oggettini e vecchi foglietti.

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