my tescoma 2/2024
OGGETTI, ABITUDINI, TRADIZIONI. NON LE HO VISSUTE DIRETTAMENTE, ALCUNE LE HO MANCATE DI POCO, FORSE LE HO ANCHE SNOBBATE, MA SE IL RICORDO È SEMPRE PIÙ SBIADITO, IL FASCINO DI QUEL CHE NON C’È PIÙ NON FA CHE AU MENTARE. E QUANDO HAI LA FORTUNA DI POTERLE RIVIVERE, È ALLORA CHE LE APPREZZI DAVVERO. PAROLA D’ORDINE: RITORNO ALLE ORIGINI. Sono cresciuta in una grande cascina piena di stanze, quelle degli appartamenti tuttora abitati e quelle di smesse che hanno vissuto la storia contadina delle ge nerazioni passate, fino al dopoguerra. In quelle stanze che ora sono depositi, un tempo vivevano mezzadri e braccianti che contribuivano a portare avanti la faticosa vita di campagna, fra animali da accudire e campi da coltivare. Ora tanta parte di quella cascina è disabitata, le stanze – che furono casa per il famigerato Piero Be canì e per la sua numerosa famiglia, che furono stalla per le mucche e pollai per le galline, che ospitarono il cavallo da tiro che aiutava nel lavoro dei campi – sono vuote e si può solo provare a indovinare la vita che han no visto scorrere, grattando gli strati di intonaco per scoprire vecchie decorazioni, osservando il pavimento irregolare in cotto macchiato e le travi da cui un tempo pendevano file di salami messi a stagionare, o il grande camino ormai spento che era il cuore della casa. Ogni tanto, ancora con la curiosità di una bambina, mi aggiro per tutte quelle stanze, anche in quelle buie e piene di ragnatele che da piccola mi facevano paura, e osservo, frugo, alla ricerca di piccoli tesori... che a volte ho la fortuna di scovare, come quel giorno in cui mi imbattei in due valigette di legno che scoprii essere telefoni da campo della prima guerra mondiale, arriva ti lì da chissà dove, o quando trovai un ferro di cavallo gigantesco, grande più del doppio di quello della mia Brina e appartenuto al cavallo da tiro che era di casa negli anni ’40. Da sempre, mi affascina tutto ciò che ha una storia: i gioielli? Mi piacciono quelli antichi, di famiglia, i ci meli che sono già appartenuti a qualcuno e che hanno già vissuto una vita, o più d’una. Gli utensili? Mi incu riosiscono sempre quelli del passato, la loro funzione e i loro nomi, pronunciati sempre rigorosamente in dia
CHIARA Mi trovo più a mio agio in scuderia che in qualunque altro posto, ma il poco tempo che passo a casa, spesso lo trascorro ai fornelli o a rubare qualcosa dal frigorifero o dalla dispensa, da sola o in compagnia, da sempre. E quanta vita va in scena in una cucina? Quelle quattro pareti fra le quali passiamo tanto tempo – a cucinare per chi amiamo, a chiacchierare fra un impasto che lievita e un soffritto che sfrigola – ascoltano tanti discorsi, vedono tanti sorrisi di generazioni che si incontrano… e a volte si scontrano, ma alla fine si riuniscono sempre intorno a un tavolo. Fra il nostalgico e lo spensierato, ecco i miei rac
conti dalla cucina: dalla mia, da quelle di amici o ripescate dai ricordi d’infanzia. In ognuna hanno preso vita tanti piatti in un intreccio di ricordi ed emozioni: gli ingre
dienti essenziali per quella che è la mia
idea di “ricetta della felicità”.
ricettario di famiglia con 50 fogli linea Delícia - art. 631690 Prezzo consigliato: € 21,90
Gigantesca, piena di angolini se greti, arruffata e un po’ trascurata, a tratti pericolante, ma pur sempre un posto speciale che da sempre chiamo casa.
Uno degli enormi ferri di Baldo, il cavallo da tiro che alloggiava in una delle stalle di casa una settan tina d’anni fa.
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