my tescoma 2 / 2011

CUCINA INTERNAZIONALE

Emanuele, la tua famiglia proviene dalla splendida isola d’Elba, una romantica per- la in mezzo al Mar Tirreno... Ti manca? La Repubblica Ceca è diventata la mia se- conda casa, ma l’Italia è sempre nel mio cuore e naturalmente mi manca. L’Elba è un posto davvero bellissimo in cui mia ma- dre tuttora vive; per me è il luogo che rap- presenta la mia infanzia e custodisce tanti ricordi. Mi manca moltissimo. La lingua ceca è molto difficile per gli stra- nieri... dopo quanto hai iniziato ad essere in grado di comunicare? Certo, la lingua ceca per gli stranieri è dav- vero una sfida pesante, io l’ho imparata da autodidatta stando a contatto con la gen- te. In realtà non ci è voluto molto tempo per iniziare a comunicare, ma anche quando mi sono perfezionato, ho conservato il mioaccento italiano.

So che i tuoi studi sono stati piuttosto lontani da quello che hai scelto di fare nella vita... Hai ragione, ho studiato economia e commercio, che credo sia comunque una buona base per qua- lunque attività imprenditoriale. Quando arrivai in Boemia all’età di diciannove anni, mio ​padre gestiva un negozio di abbigliamento e lo aiutai. In seguito decise di aprire un ristorante ita- liano e lo aiutai anche in quell’attività. Nel 1998 lui tornò in Italia e io scelsi di rimanere: ormai avevo de- ciso quello che avrei voluto fare. Ho passato l’infan- zia nel ristorante di famiglia all’Elba e sapevo che questa sarebbe stata la mia strada. Il tuo ristorante è noto per l’accoglienza dell’am- biente familiare e per il cibo eccellente, ma non trovi un po’ limitante il fatto di lavorare solo su pre- notazione? Questo quartiere di Praga è sempre molto affollato, per questo consigliamo agli ospiti di prenotare: così possono assaporare al meglio l’atmosfera e il buon cibo. Spesso i ristoratori si lamentano di quanto sia difficile trovare personale qualificato. Qual è la tua espe- rienza? Finora non ho mai avuto problemi, ho avuto la fortu- na di trovare persone competenti, che cucinano con amore e accettano i consigli, oltre ad essere molto attente alla qualità degli ingredienti e all’igiene. Cucinare spesso diventa quasi un rituale in cui uno degli ingredienti è la passione. Vale anche per te? Sì, la passione e l’amore per ciò che si fa sono fon- damentali, non si può diventare bravi cuochi sem- plicemente pesando gli ingredienti, e mescolandoli meccanicamente. All’Elba vivevo immerso nei pro- fumi della buona cucina e l’amore per il cibo è cre- sciuto insieme a me. Quali sono le pietanze più richieste nel tuo ristoran- te? Gli stranieri hanno preferenze diverse rispetto ai cechi? I più richiesti sono piatti di pesce come la zuppa di cozze, gamberi, panna e besciamella. I miei ospiti vengono qui per mangiare italiano, quindi ottengo- no ciò che si aspettano e in genere tornano, sono fedeli, qualunque sia la loro nazionalità. I cechi sono orgogliosi della loro cucina tradiziona- le, anche se è spesso pesante ed elaborata. Quali sono i tuoi piatti preferiti della cucina ceca? Adoro l’anatra con i crauti e i canederli che pre- para mia suocera, e naturalmente bevo birra ceca.

Si dice che gli italiani prefe- riscano le bionde, come la tua bella moglie Jana. Dove vi siete conosciuti?

Il nostro incontro in Bo- emia nel 1997 è stato abbastanza prosai- co: anche lei lavo- rava nel mondo della cucina.

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