my tescoma 1 / 2020
riggio nel deserto. Come se non bastasse, nei giorni successivi la questione si complica, perché scopriamo che la tenda confortevole della prima notte è un’eccezione, non la regola. La regola è una tenda di fortuna, con una tinozza per lavarsi con secchi d’acqua provenienti da una cisterna che si rompe spesso e volentieri, da usare con parsimonia: l’acqua che siamo abituate a dare per sconta- ta, qui è un bene prezioso. Lavarsi i capelli? Meglio optare per una
Arance& cannella
BRIDGET CHI?
sciacquata veloce, nemmeno sufficiente a lavarci via la fati- ca e la sabbia che il vento ci ha sferzato addosso per tutto il giorno. La parola d’ordine che ha caratterizzato quei giorni e quelle notti? Probabilmente “disagio”. Ma al tempo stesso, anche stupore e meraviglia, so- prattutto al calare della notte, quando ci si trova in mezzo al nulla, senza un suono, sovra- state dalla Via Lattea che da lì si vede davvero ed è uno spet- tacolo pazzesco, mentre i piedi sprofondano nella sabbia finis - sima e ormai gelida. Il cielo ci regala uno scenario maestoso e a me anche due stelle cadenti. Dopo il deserto, torniamo alla città: Marrakech, vivace e così
LA RICETTA
ingredienti
• 4 arance navel • 2 cucchiai di succo d’arancia • 1 cucchiaio di zucchero • ¼ di cucchiaino di cannella in polvere • 4 cucchiai di Grand Marnier • 6 datteri Pelare al vivo le arance e affet- tarle a fette sottili; disporre le fette su un piatto senza sovrap- porle. Tagliare i datteri in pez- zettini picccolissimi e metterli in una terrina con il succo d’aran- cia, il Grand Marnier, la cannella e lo zucchero, mescolando bene. Versare il composto sulle fette d’arancia e lasciare insaporire in frigorifero per almeno un’ora prima di servire, com- pletando con u- na spolvera- ta di cannella.
Pazzesco questo cielo stellato, no? La foto è di Daria con la sua reflex e una sneaker come cavalletto di fortuna. La stessa Daria che se ne andava in giro per il deserto carica di rifiuti e bottiglie di plastica vuote, sparse ovunque ahimé...
piena di contrasti, con i colori e gli odori del souk e il fermento del- la piazza Jemaa el Fna. Che strano tornare agli agi che fino a po- chi giorni prima erano normali: ora li guardo con occhi diversi. Per quanto breve, è stato un viaggio intenso che mi ha riporta- to lo stupore e la gratitudine per quello che mi circonda, e al- lo stesso tempo anche un senso di indifferenza riguardo ai piccoli problemi e contrattempi quotidiani, come se mi fossi resa conto che là fuori c’è qualcosa di talmente più grande di me, che non è il caso di affannarmi o di prendermela. Mi porto a casa questa sensazione, oltre ai panorami mozzafiato e a un po’ di sabbia del Sahara, quella usci- ta dalla valigia, quella su cui ho visto cadere le stelle. • 500 g di manzo • 2 cipolle • spezie per tajine • 250 g di prugne secche • 100 g di albicocche secche • 150 g di mandorle • 2 cucchiai di semi di sesamo • 3 cucchiai di zucchero • ½ cucchiaio di cannella • olio e sale Scaldare nel tajine l’olio insieme al mix di spezie, aggiungere la carne di manzo tagliata a cubetti e le cipolle a fettine. Chiudere il tajine e cuo- cere a fiamma bassa per 2 ore, controllando che la carne non si asciughi e aggiungendo acqua se necessario; alzare la fiamma nell’ultima mezz’ora di cottura. Intanto in un tegame, mettere sul fuoco le prugne e le albicoc- che secche, ricoprirle d’acqua e cuocere per mezz’ora, poi aggiungere lo zucchero e la cannella e cuocere la frutta fino a caramellarla, eliminando l’eventuale acqua in eccesso. In una piccola padella, tostare le mandor- le insieme ai semi di sesamo. A fine cottura della carne, aggiungere le prugne, le albicocche e le mandorle, lasciando altri 5 minuti sul fuoco. Servire caldo, accompagnato con del couscous. Tajine di manzo per 4 porzioni LA RICETTA
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