my tescoma 1 / 2020

CI PENSI MAI...

... NOT THINGS #Collect moments

Soprattutto negli ultimi tempi... ... che il tempo stringe, che la situazione ci è sfuggita di mano e stiamo viaggiando su un treno che corre verso un punto di non ritorno? Mi ri- ferisco metaforicamente all’ambiente, ai cambiamenti climatici, a tutti i disastri che si sono fatti sempre più frequenti e sempre più violenti, aumentando a velocità esponenziale. Fino a qualche tempo fa ero fra le schiere di quelli che minimizzavano, che dicevano che periodi di caldo anomalo ci sono sempre stati e che sempre si sono alternati ad altrettanti grandi freddi, che non serviva fare allarmismi o ingigantire il problema. Poi ho aperto gli occhi... ... perché ultimamente è diventato impossibile non accorgersi di come la situazione sia cambiata, amplificata, quasi all’improvviso, come se la fatidica goccia avesse finalmente fatto traboccare il vaso. E allora ho iniziato ad interrogarmi su come avrei potuto fare la mia parte per contribuire a un’inversione di rotta che ormai è davvero necessaria. Non mi riferisco ad una rivoluzione, ma a piccole azioni quotidiane, all’avere cura di me e dell’ambiente in cui vivo: piccoli gesti che si traducono in benefici anche per chi mi sta intorno. Da dove iniziare? Prima di tutto mi sono chiesta quali aspetti della mia vita, e quali pro- dotti ad essi legati, incidono di più sul consumo di risorse. I prodotti per l’alimentazione, quelli per la cura del corpo e della casa per esempio. Ho iniziato la mia piccola rivoluzione dal cibo, acquistando quanto più possibile alimenti di stagione e a filiera corta, ovvero quelli che vengono prodotti inquinando meno sia in fase di produzione, sia per il trasporto e per gli imballaggi: scelgo infatti frutta e verdura sfuse anziché confezio- nate, ben consapevole del fatto che, acquistandole in involucri o in ce- stini di plastica, stavo di fatto pagando per dei rifiuti. La plastica, è vero, è riciclabile, ma prima di pensare a come riutilizzarla nel migliore dei modi, penso che bisognerebbe scoraggiarne la produzione. Per questo anche quando si tratta di scegliere i detersivi, ora preferisco quelli nelle buste anziché nei flaconi, o meglio ancora quelli sfusi. Per continuare, qual è una delle prime regole per restare in salute? Bere molta acqua... ma più acqua bevevo, più bottiglie di plastica si accumu- lavano nel mio bidone. Fino a quando non ho deciso di cambiare: ora uso le bottiglie di vetro con il tappo meccanico - fra l’altro danno alla tavola un tocco vintage che mi piace molto - le riempio gratuitamente al punto acqua del paese e quindi, oltre a produrre meno rifiuti, non spendo più un centesimo per l’acqua che bevo. E quella che porto con me per idratarmi durante la giornata? Semplice, invece della classica bottiglietta da mezzo litro che si compra al bar, ora ho una borraccia che riempio ogni volta che voglio. Basta risciacquarla ed è come nuova. Ho calcolato fra l’altro che così facendo, in un anno risparmio cir- ca 300 euro, solo per l’acqua. Impressionante, no? Quando però la plastica proprio non si può evitare, faccio la raccolta differenziata: ormai è un’abitudine e mi irrita molto trovarmi in posti in cui non ci sono bidoni distinti per tipologia di rifiuto. Come si può pensare di buttare ancora tutto nello stesso cestino? Oltretutto, nel mio Co- mune, produrre rifiuti indifferenziati comporta spese notevoli per lo smaltimento. Non ho problemi però in quel senso, anzi il segno che sto differenziando bene e che produco pochi rifiuti, è che rispetto al- la fornitura annuale di sacchetti che mi viene assegnata, mi sono trovata a dicembre 2019 a finire la fornitura del 2018: brava io! Per quanto riguarda le stoviglie, ho bandito quelle in plastica per utilizzare sempre e solo quelle in vetro, ac- ciaio, porcellana: più ecologiche e anche decisamente più eleganti. E i fazzoletti di carta? Certo, chi soffre di allergie forse avrà qualche difficoltà a riconvertirsi, ma chi non ha grossi problemi come me può tornare al caro, vecchio faz-

Non sono mai stata un tipo “zaino in spalla”, una che viaggia leg- gera e a cui basta lo stretto ne- cessario per coprirsi e per vivere, destinando le proprie risorse ai viaggi o ad altre cose importan- ti. Anche se uso spesso l’hashtag #CollectMomentsNotThings(colle-

IL MIO STILE DI VITA

ziona momenti, non cose) la verità è che sono una collezionatrice seriale, com- pratrice compulsiva, con un animo deci- samente consumistico. Una da abiti fast- fashion, di quelli che più ne hai e meglio è, tanto costano poco e devono durare solo una stagione; scarpe molto meno “fast”, ma così tante da riempire casa fino al soffitto, una filosofia da applicare a tutti gli ambiti della mia vita. Fino a quando ho iniziato a guardarmi intorno e a pensare a quanto tutto questo abbia influito non solo sul mio portafogli, ma anche a livel- lo di risorse impiegate per produrlo. Con quel paio di scarpe messe tre volte avrei potuto farmi un weekend a Siviglia, con quel cachemire che costava una follia avrei potuto visitare Copenhagen... sono pensieri che spesso mi balenano in testa. Ora ho una casa strabordante di cose, e un cuore con meno ricordi di quanti vorrei. Urge inversione di rotta. Il lato positivo? Ho di che vestirmi per i prossimi vent’anni, quindi non serve che faccia altro shop- ping. Ora posso concentrarmi su tutto quello che non ho ancora fatto, e su tutti i posti che ancora non ho visitato. Magari con la valigia anziché con lo zaino, per- ché con tutta la roba che ho nell’ar- madio, non inizierò cer- to ora a viaggiare leggera ;-)

A CASA... E IN VIAGGIO

Borsa porta abiti linea Fancy Home art. 899836.11 Prezzo consigliato: € 10,90 Scatola linea Fancy Home - art. 899822.11 Prezzo consigliato: da € 11,90

41

Made with FlippingBook flipbook maker