my tescoma 3/2022

PROTEINE-MANIA Ma sono soltanto io o...

Do un’occhiata alla mia scrivania, notoriamente piena di cibi di vario genere, perché devo sempre mangiucchiare qualcosa durante la giornata. Un tempo erano merendine, più tardi hanno lasciato spazio a gallette di riso, snack bio ai legumi, crema di arachidi (ma di quella sana, non quelle americanate piene di conservanti). Tutto ciò che ha una confezione con un’etichetta ha un comune denominatore: da qualche parte, a volte in piccolo, ma più spesso in gran de, c’è scritto “proteico”, “fonte di proteine” e via dicendo. Ogni giorno, prima di sedermi alla scrivania circondata da proteine, a casa faccio una colazione a base di yogurt greco con miele, noci e frutta fresca, o un bel porridge con crema di pistacchi o di arachidi, lamponi, mirtilli: alimenti sempre più diffusi e noti per l’alto tenore proteico... o ancora uno smoothie con frutta, muesli e un bel cucchiaio di proteine in polvere. Anche la colazione “da asporto”

FOOD TRENDS

che stamattina ho qui davanti al computer perché sono uscita da casa di fretta, non è da meno. Non è la colazione di tutti i giorni, è quella di quando mi alzo alle 5.30 per andare ad allenarmi prima dell’ufficio. Veloce, gustosa, mi dà l’idea di essere “la cosa giusta” da assumere dopo una sessione con i pesi: è un dessert proteico al cioccolato che contiene l’equivalente delle proteine contenute in una bistecca. Di solito, per renderlo più invitante e meno artifi ciale, aggiungo una manciata di frutti di bosco. Il mio cruccio: ormai quasi qualunque alimento confezionato, per me, “sa di artificiale”, il che da un lato è un bene perché mi porta a cucinare con pochi ingredienti di qualità e a con sumare di rado prodotti industriali, ma mi rende difficile, per esempio, l’uso di barrette, proteine, di tutte quelle integrazioni “da sportivi” che, quando ho iniziato ad assumerle, mi chiedevo se fossero necessarie o piuttosto

NÉ CARNE NÉ PESCE

Una scelta etica ed ecologica sempre più diffu sa, quella di ridurre il consumo di protei ne di origine animale a favore di quelle vegetali: mai come oggi, molte persone sono sempre più attente alle tematiche ambientali e al benessere animale e il loro contributo si traduce in un cambia mento del proprio stile di vita. Che que sto cambiamento si traduca in una semplice riduzione del consumo, o spesso si pone riguarda le poten ziali carenze di proteine che questi regimi comporterebbero. Parlando di dieta vegana, un tempo si riteneva che le proteine andassero in qualche modo integrate, teoria poi smentita perché di fatto, assumendo un’adeguata quan tità di calorie con un’alimentazione variegata, l’apporto proteico risulta comunque soddisfacente. Tra i vege tariani, bisogna distinguere fra quelli che assumono anche latte, latticini e uova, quelli che escludono le uova e quelli che invece non assumono latte e formaggi: la scelta di introdurre una parte di proteine animali è dettata dal fatto che queste ultime sono considera te ”nobili”, ricche di tutti gli aminoacidi essenziali che, ricercati altrove, presup porrebbero la combinazione di diversi tipi di cereali e legumi per compensare le carenze di alcuni di questi aminoaci di in alcuni ingredienti rispetto ad altri. in un più radicale orientamen to verso una dieta vegetaria na o vegana, il problema che

un’esagerazione rispetto all’attività fisica che pratico. Pri ma di farne scorta, mi sono consultata con un dietista: “Ma

è davvero il caso di prendere inte gratori o sembrerò solo un’aspirante bodybuilder che invece si allena con i pesetti rosa?” (non mi alleno con i pesetti rosa, per la cronaca J ). Dopo aver tenuto assiduamente un diario alimentare però, i miei timori si sono rivelati infondati: è vero che la quota

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proteica assunta nell’ambito di un’alimentazione bilanciata è più che suf ficiente per soddisfare il fabbisogno quotidiano, ma la mia dieta è sempre stata basata più su carboidrati e grassi che non sulle proteine, e da quando ho iniziato ad allenarmi, un piccolo contributo in quel senso era quantomeno opportuno. Quindi via libera a prodotti di qualità, non ogni giorno, ma quan do mi alleno più intensamente. ... si tratta di un fenomeno di massa?

Quello che mi ha colpito però, è che il fatto di privilegiare alimenti già di per sé ricchi o arricchiti di proteine, o addirittura di integratori, non riguarda solo me: stando alle statistiche, negli ultimi cinque anni, la domanda di alimenti proteici è più che raddoppiata, inducendo anche la grande distribuzione ad adeguarsi, con scaffali dedicati a prodotti che prima erano appannaggio di a tleti e body builder, e reperibili solo attraverso canali specializzati. È scop piata una vera e propria mania per le proteine, con picchi di richiesta nei pe riodi precedenti e successivi alle vacanze estive, quando inizia la corsa alla remise en forme, oppure quando si ritorna alla routine pieni di buoni proposi ti, per farsi trovare pronti l’estate successiva. Di fatto, questa “scalata” delle proteine sta modificando le abitudini alimentari nel nostro Paese, decretando la fortuna di prodotti il cui apporto proteico, rispetto a quanto dichiarato sulle etichette, non sempre è rilevante, o invece sbilanciando la proporzione di questo macronutriente rispetto ai valori ottimali raccomandati, con conseguenze anche dannose sull’organismo. Ma perché si prediligono gli alimenti ricchi di proteine? Sicuramente la scelta è influenzata dal boom delle tendenze salutistiche, dall’aspirazione a riconquistare la forma fisica appannata da una vita sedentaria, la moda di intraprendere diete che promettono un forte calo di peso in poco tempo, ma spesso non equilibrate dal punto di vista nutrizionale. Insomma, pur con le migliori intenzioni, decidere in autonomia di aumentare l’apporto proteico nella propria dieta, senza avere alla base una corretta educazione alimen tare, rischia di fare più male che bene.

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