my tescoma 2/2021

il bello deve ancora venire?

BRIDGET CHI?

Se dovessi ripensare a come ho vissuto fino ad ora, potrei individuare alcune fasi: una un po’ malinconica in cui tornavo sempre con la memoria a momenti del passato, vacanze, luoghi, persone... a quello che era stato e che avrei voluto rivivere. Poi una seconda fase in cui sem - pre mi accompagnava la convinzione che qualcosa di bello sarebbe successo, prima o poi, che la mia vita avrebbe preso la direzione che volevo, “ma non oggi”, che insomma tutto quanto di meglio sognassi, o anche quello che non sognavo distintamente, dovesse arrivare in un futuro più o meno prossimo, che sarei stata felice solo una volta raggiunto questo o quell’obiettivo: la vita non stava accadendo in quel momento, aspettavo che accadesse. Non me ne rendevo conto, ma ero sempre altrove, o incastrata nel passato o proiettata nel futu - ro, in attesa di quello che avrei fatto di lì a una settimana, un mese, l’estate successiva: era indispensabile avere qualcosa da aspettare per potermi sentire serena. La prima volta in cui ho iniziato a rendermene conto è stato un giorno, scendendo da cavallo dopo un’oretta inten - sa: mi accorsi che per tutto il tempo che avevo trascorso in sella, la mia mente era rimasta esattamente lì dove era stato anche il corpo. Una sensazione piacevolissima, la testa libera e leggera, il respiro più regolare. È stato allora che ho iniziato a cercare la fatica fisica come DOVEVA ANCORA ARRIVARE, IN REALTÀ, IO CE L’ABBIA LETTERALMENTE SOTTO IL NASO. E SAPETE UNA COSA? È UNA BELLISSIMA SENSAZIONE. NON SO PERCHÉ, MA DA QUALCHE TEMPO HO INIZIATO A PENSARE CHE IL FATIDICO “MEGLIO” CHE SEMPRE

CHIARA Ero un po’ titubante all’idea di scrivere un “diario non proprio segreto” del magico mondo (giungla?) dei single di oggi, ma per le lettrici che non sono proprio lo stereo- tipo della casalinga perfet- ta, qui va in scena lamia vita di “zitella 2.0”, il mio diario anti-Bridget Jones - non co- sì imbranata, non così in lotta con la bilancia... inu- tile dire che ogni riferimento a persone o a fatti realmen- te accaduti è puramente ca- suale! Ah dimenticavo... nel- la foto qui sopra in versio- ne “Jane Bond”, impugno la pistola sparabiscotti in metallo Delícia 630535 (€ 23,90).

valvola di sfogo quando i pensieri erano troppo affollati e trop- po veloci. Funzionava, sì, che si trattasse del cavallo o del- la palestra, o di una camminata in salita... ma poi è arriva-

to il lockdown e tutte queste cose non erano più fattibili, e non sapevo per quanto tempo. Morale? Ho smesso di respirare e ho iniziato, sostanzialmente, ad aspettare. E l’attesa, si sa, è snervante, so- prattutto quando quello che aspetti è talmente lontano da non riuscire neanche a intravvederlo. Ma siccome nella mia vi- ta le soluzioni arrivano sempre inaspettate e provvidenzia- li, è successo che un bel giorno, fra i ricordi che Facebook mi ripropone ogni mattina, ho ritrovato una challenge a cui avevo preso parte anni fa, una di quelle sfide che vengono lanciate sui social: si chiamava #100happydays e consisteva nel postare ogni giorno, per 100 giorni consecutivi, una frase, una foto, un pensiero che rappresentasse un motivo per cui esse- re felici. Un modo per ricordarsi di essere grati per quel che si ha o

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