my tescoma 2 / 2011

PROTAGONISTA

Come vivi questo tuo momento di celebrità? Cerco di essere il più concreto possibile. Tra pochi giorni compirò trent’anni e ho già raggiunto dei risultati formidabili, ora devo costruire il mio futuro. Ciò che più desidero è poter continuare a promuovere la qualità del Made in Italy enologico, e non solo, in giro per il mondo, descrivendo la nostra bellissima realtà, fatta di aziende di qualità, che sono il vanto del nostro paese. Abbiamo una ricchezza di prodotti gastronomici e una varietà di proposte enologiche che ci rende unici al mondo, e voglio fare tutto il possibile affinché possano apprezzarle ovunque. Qual è per te il vino più facile da riconoscere? Ogni vino a base di Pinot Nero, in assoluto. Che sia francese, italiano o prodotto in regioni del “Nuovo Mondo” del vino come Oregon, negli Stati Uniti, o Sudafrica, che producono vini sempre più interessanti. Gli storici vini di Borgogna, però, sanno lasciare il segno come pochi altri, sono vini che restano nel cuore. E invece quello più complicato da identificare? I rossi a base di uve Gaglioppo, un vitigno autoctono della Calabria, molto difficile da incontrare nell’ambito di una degustazione, pertanto è quello che meno conosco. Tuttavia è un’uva dall’enorme potenziale che può riservare bellissime sorprese. Ci puoi svelare la tua top five? Quali sono i vini che preferisci e perché? Ti cito i cinque produttori, e relativi vini, che mi hanno fatto innamorare di questo mestiere:

Cosa ci consigli di bere durante le festività natalizie? Qualche nome che ci permetta di scoprire un’altra delizia della nostra nazione, per non acquistare sempre i “soliti noti”. È molto importante scegliere vini fortemente legati al territorio e fatti da produttori seri e appassionati: Uno dei migliori Franciacorta mai degustati. Elegante, sapido, cremoso e con un profilo aromatico di grande complessità. “Stefano Antonucci” Verdicchio dei Ca- stelli di Jesi - Az. Santa Barbara Un vino dall’impatto incredibile. Al naso ri- corda in particolare agrumi come il cedro o il bergamotto, la freschezza gustativa data dalla componente acida, di cui il vitigno è ricco, è compensata da un gradevole corpo e dalla mineralità. Un bianco di grande spessore prodotto da uve autoctone siciliane di Carricante. Gli aro- mi di questo vino ricordano la frutta gialla ma- tura con sferzate di zenzero. Il palato è ricco e piacevolmente persistente. “Grotte Rosse” Montecucco Sangiovese Salustri Un produttore strepitoso, un vino unico. Pro- dotto in una regione vinicola ai piedi del Monte Amiata, in Toscana questo Sangiove- se è un esempio di grande tipicità. Aromi che spaziano dalla fragolina alla menta, un gusto vellutato e di grande equilibrio. “Secolo Novo” Franciacorta Le Marchesine “Carjcanti” Gulfi

Angelo Gaja, Barbaresco Gianfranco Soldera, Brunello di Montalcino Tenuta dell’Ornellaia, Ornellaia Giuseppe Quintarelli, Amarone della Valpolicella Edoardo Valentini, Trebbiano d’Abruzzo

“Canova” Barbaresco Ressia

Sono coloro che hanno scritto la storia delle eccellenze italiane e accanto a questi grandi nomi ci sono quelli di giovani aziende emergenti, che si stanno progressivamente ritagliando un loro spazio nel panorama enologico del nostro paese, e che vanno incoraggiate, perché anch’esse rappresentano il futuro e la qualità del Made in Italy.

Altro vino estremamente legato alla sua terra d’origine, le Langhe, con aromi di frutti rossi maturi che si intrecciano a note terrose e di funghi. Al palato il tannino “polveroso” lo ren- de assolutamente inconfondibile.

“Valdiserre” Moscato d’Asti Isolabella della Croce

Per chiudere in modo tradizionale, un Mosca- to d’Asti di qualità, uno dei vini italiani che merita di essere riscattato e riscoperto per la sua unicità. Gli aromi tipici di litchi e gelsomi- no invitano all’assaggio e il ridotto contenuto alcolico lo rende perfetto per accompagna- re il dessert e concludere i sontuosi pasti delle festività.

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