my tescoma 2 / 2011

PROTAGONISTA

Questione di palato A tu per tu con l’astro nascente dell’enologia in Italia e nel mondo: abbiamo incontrato Luca Gardini, giovane sommelier che a soli trent’anni vanta un invidiabile curriculum e il titolo di Campione del mondoWSA (Worldwide Sommelier Association). Da bambino cosa sognavi di fare? Il musicista. Ho sempre avuto un’innata predisposizione per la musica, ne sono estremamente affascinato tanto che all’età 6 di anni i miei genitori mi hanno iscritto al conservatorio Verdi di Ravenna, città in cui sono nato, e ho iniziato a studiare violino. Sono andato avanti fino all’età di 15 anni, quando è sbocciata la passione per il vino. Da dove nasce la tua passione? In Romagna si coltiva il culto della convivialità, il rito delle riunioni attorno alla tavola rafforza il legame con la famiglia e con la terra ed è sempre accompagnato da cibo e vino in quantità. I bambini vengono educati alla conoscenza del vino già da piccoli, specie in campagna. Ricordo perfettamente il profumo della cantina dove aiutavo il nonno ad imbottigliare. Mi sono diplomato perito agrario, ho scelto questo istituto proprio perché desideravo restare il più possibile a contatto con la natura e con la terra, e ampliare le mie competenze in campo agronomico. Poi mio padre, in età adulta, dopo anni di lavoro nei ristoranti della riviera, si è specializzato nell’arte della sommellerie e mi ha indicato una strada alternativa per avvicinarmi alla conoscenza della vite e del vino. Mi sono avvicinato all’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.) grazie a mio padre; inizialmente lui non era favorevole, poiché sapeva che si trattava di un mestiere difficile. L’ambiente della ristorazione è estremamente duro, comporta sacrifici e tanta fatica. Così dopo avermi introdotto nell’ambiente ha preteso che io facessi il mio cammino da solo, e con grandissima determinazione sono arrivato a risultati concreti. Servono studio e tantissima pratica, oltre ad una enorme sensibilità a registrare profumi e sapori nella memoria. Ma i miei sforzi sono stati premiati. Sei stato premiato come il miglior sommelier del mondo. Com’è cominciato il tuo avvicinamento a questo concorso? Sei un romagnolo trapiantato a Milano, senti mai la nostalgia di Sangiovese e piadina? Non me ne parlare! Ogni giorno. Vivo a Milano da circa otto anni e il lavoro impegna davvero la quasi totalità del mio tempo, ma appena possibile cerco di tornare a casa perché i profumi e i sapori della mia terra sono impossibili da dimenticare. E ne sento la nostalgia non solo da un punto di vista eno-gastronomico; l’affetto e il calore delle persone, i bellissimi luoghi, la vita in generale. È un posto unico al mondo.

Luca Gardini SOMMELIER

Già campione europeo 2009, Luca Gardini, trentenne originario di Milano Marittima, è figlio d’arte e sembra non avere mai avuto dubbi su quello che avrebbe desiderato fare nella vita: infatti il suo primo corso da sommelier lo ha seguito a 14 anni e ha saputo trasformare in mestiere la sua grande passione. Passione che l’ha portato a Santo Domingo, dove nel 2010 è stato incoronato Miglior Sommelier del Mondo, grazie alla sua abilità nel saper riconoscere ‘alla cieca’ vini provenienti da tutto il mondo. Luca Gardini vanta un curriculum di tutto rispetto: formatosi alla scuola dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, ha svolto uno stage nel tre stelle Michelin The Fat Duck a Londra per poi approdare al ristorante milanese di Carlo Cracco, collezionando successi già dal 2004 come miglior sommelier d’Italia e migliore d’Europa nel 2009. Oggi Luca Gardini, terminata la collaborazione con Cracco consulenza in Italia e all’estero, ponendosi come “ambasciatore dell’enogastronomia italiana” e cercando di valorizzare il made in Italy nel mondo. e per ora libero da legami, si dedica a vari progetti di

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