my tescoma 1 / 2012
tempo di... carnevale
“Semel in anno licet insanire” (Una volta all’anno è lecito impazzire) Fra i rigori dell’inverno e quelli imposti dalla Quaresima, una festa unisce grandi e piccini in uno spirito scherzoso, in cui l’ordine cede il passo al caos ed allo scherzo. Il Carnevale è una festività radicata nella tradizione cristiana, ma le sue origini sono molto più antiche: le dionisiache greche e i saturnali romani erano infatti celebrazioni assimilabili a quelle del Carnevale. Già allora, come ai giorni nostri, durante tale periodo gli obblighi sociali e le gerarchie cedevano il passo allo scherzo ed alla dissolutezza che, una volta esaurito il periodo dei festeggiamenti, davano vita ad un nuovo ciclo per l’ordine costituito. Il Carnevale rappresentava quindi un rinnovamento simbolico. Il nome della festività deriva probabilmente dal latino “carnem levare”, proprio perché il martedì grasso, tradizionalmente - anche se non universalmente - ultimo giorno di Carnevale, segna l’inizio del periodo di astinenza e di digiuno che la Quaresima impone. In tutti i paesi d’Italia ed anche all’estero, il Carnevale assume i caratteri di una vera e
propria festa di strada, con maschere e cortei coloratissimi, spesso accompagnati da carri allegorici che richiedono preparazioni an- che molto lunghe e laboriose: Viareggio ne è forse l’esempio più celebre. Ma il Carnevale italiano per eccellenza è quello di Venezia, che per circa due settimane all’anno è animato da personaggi in costume, da maschere suggestive e da spettacoli teatrali itineranti, oltre al tradizionale “Volo dell’angelo” che apre la manifestazione. Un altro Carnevale da vedere una volta nella vita è lo Storico Carnevale di Ivrea, che affonda le proprie origini nel Medioevo ed è famo- so soprattutto per la spettacolare battaglia delle arance, con i carri che rappresentano il tiranno e le squadre a piedi a rappresentare il popolo in rivolta.
Brighella È una maschera tradizionale bergamasca; il suo personaggio rappresenta il servo buffo e intri- gante, astuto e attaccabrighe. Vivace e insolen- te con le donne, chiacchierone, coraggioso. In- dossa giacca e pantaloni decorati di galloni verdi ed un mantello. Colombina Vivace e furba servetta, è l’unica maschera fem- minile degna di nota. È graziosa e civettuola, bu- giarda ed imbrogliona e parla veneziano. Abitual- mente non porta la maschera e indossa una cuffia e un vestito a strisce bianche e blu. Arlecchino È forse lamascherapiùpopolaredel Teatrodell’Ar- te italiano, con il suo abitomulticolore e lamasche- ra nera sul viso. Agli inizi impersonava il servo laz- zarone, cinico e truffaldino, mentre ora rappre- senta il popolanomaliziosoma in fondoonesto e sensato. La sua compagna è Colombina. Pulcinella È una delle maschere italiane più popolari, buffa e goffa con un gran naso, mascherina nera, gobba, cappello a punta, camiciotto e pantaloni bianchi. Probabilmente originario di Napoli, è impertinente, pazzerello, chiacchierone, la perso- nificazione del dolce far niente e ha l’abitudine di ubriacarsi e di mangiare in abbondanza.
Pantalone È una maschera veneziana; veste sempre molto semplicemente: pantofole, un camicione e una calzamaglia rossi con un mantello nero. Porta una maschera in faccia e una cinta alla vita. Nervoso e rompiscatole, è attaccato al suo denaro e si lamenta sempre. Imper- sona un vecchio mercante veneziano avaro e brontolone. Gianduia Gianduia è la più popolaremaschera piemontese il cui nome era originariamente Gioan d’la douja, così chiamato perché in qualunque osteria entrasse chiedeva un boccale di vino (douja, in dialetto piemontese). Ha una lunga giacca marro- ne bordata di rosso, e in testa un cappello a tre punte. È un galantuomo, di carattere allegro e coraggioso.
Dottor Balanzone Il Dottor Balanzone è il costume tipico di Bologna, una maschera che rappresenta un personaggio pedante e brontolone che parla tanto e non con- clude niente, ma anche dotto e sapiente. In testa ha un cappello nero a larghe falde ed indossa una lunga toga.
Stenterello Tipica maschera della Tosca- na, è molto generoso con chi è più povero di lui. Arguto, sag- gio ed ottimista, indossa una giacca blu, un panciotto, pan- taloncini corti e calze spaiate.
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