my tescoma 2 / 2019

Ho amato i viaggi fin da bambina, le mie amichette sognavano di diventare ballerine, io volevo fare la hostess; alla fine ho fatto una squadra di figli e quel sogno me lo sono fumata, però i miei cuccioli sono cresciuti con la valigia e il passaporto in mano e soprattutto con la mentalità aperta verso le altre culture e con la voglia di conti- nuare a scoprire posti nuovi. Qualcuno ha scritto "Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina": è una grande verità, ve lo assicuro!

L ’estate è il periodo dei viaggi per eccellenza che si tradu- ce immediatamente in passaggi obbligati dagli aeropor- ti, queste “città” nelle quali a tutti almeno una volta nella vita è capitato di soffermarsi anche più del dovuto per un ritardo o un disguido che ci ha obbligato ad aspettare oltre il tempo stabilito. Oppure semplicemente ci si fa scalo per raggiungere una destinazio- ne più lontana e, bene che ci vada, minimo un paio d’ore di sosta ce le dobbiamo gestire. Un aspetto negativo che accomuna veramente tutti gli aeroporti è che nel momento stesso in cui varchiamo la soglia dei controlli, il nostro potere decisionale sul tempo a disposizione si annulla, non siamo più noi a decidere “quan- do” partire, possiamo solo organizzarci sul come passare il tempo nel caso in cui si verifichi l’inghippo. In tanti anni di viaggio, mi sono capitati imprevisti di tutti i tipi, alcuni quasi surreali, altri anche divertenti in realtà; sono state tantissi- me le volte in cui sono stata “riprotetta” su un altro volo (termine tecnico utilizzato quando la compagnia aerea fa qualche casino e vi rifila su un altro aeromobile, che nella maggior parte dei casi è peggiorativo se non scomodo; non Un pranzo al volo? No, IN VOLO!

mi è infatti ben chiaro chi sia quello “protetto” se noi o loro…), tutti episodi che mi hanno insegnato due cose fondamentali da tener ben presenti quando si viaggia: 1. Arrabbiarsi non serve a nulla, anche perché non c’è mai nessuno realmente responsabile di quello che sta succedendo, sarà sempre un motivo esterno non ben definito la causa del ritardo e quindi con chi ve la prendete? Con la nebbia, con la pista, con il pezzo dell’aereo rotto? Meglio lasciar perdere…

2. Preparatevi prima all’imprevisto, senza troppi allarmismi ovviamente, cercate di prevedere il peggio e portatevi il minimo indispensabile per tamponare eventuali disagi, soprattutto se viaggiate con dei bambini. Negli aeroporti ci sono negozi di tutti i generi, farmacie comprese, ricordatevi però che la sera chiudono quasi tutti fino alla mattina successiva. E poi non dimentichiamoci dell’alimentazione, ovvero l’incubo di molti di noi in procinto di imbarcarsi su un aereo a medio-lungo raggio, per raggiungere la destinazione delle tanto attese vacanze. Finite le procedure di sicurezza, chiuse le porte, ascoltato l’annuncio che ci informa della partenza, tutti cominciamo a

ragionare sulle tante ore che ci toccherà passare seduti in questa posizione e ovviamente uno dei primi pensieri è “cosa mi daranno da mangiare?”. Ho viaggiato davvero tantissimo, verso destinazioni diverse, in tutte le classi e rimango della convinzione che meno si mangia in aereo, meglio si arriva a destinazione con il corpo che vi ringrazierà. Sfatiamo il mito che esistano compagnie aeree dove si mangi meglio, non è vero, ed il motivo è che i pasti sono necessariamente preparati prima, conservati e successivamente riscaldati in un ambiente dove la temperatura è più bassa, l’umidità è diversa e soprattutto lo spazio nel quale l’equipaggio deve preparare e servire è ridotto. Da viaggiatrice il mio consiglio è uno solo, mangiate in aeroporto, prima di partire e in viaggio tenetevi frutta fresca o secca, cracker, yogurt o dei biscotti; non si muore di fame anche se il volo dura 10-11 ore e vi eviterete cattiva digestione e mal di stomaco. Oltretutto gli aeroporti negli ultimi anni hanno fatto veramente passi da giganti sulla ristorazione e negli scali di tutto il mondo crescono i locali che offrono alta cucina, con location davvero suggestive. A questo punto, facciamo un giro in qualche aeroporto e vediamo cosa ci offre a 360°…

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